Musical Mirror

philosophical and poetic thoughts on music


 

SULLA LIBRERIA DEL SUONO

 

Per libreria del suono intendiamo una serie di registrazioni che hanno come fine ultimo il riutilizzo in un contesto diverso da quello in cui nascono.

Una libreria del suono è formata da una serie di samples o campioni.

Per sample intendiamo una registrazione o una sua porzione nel suo stato atomico, nella forma di significante, che potremo utilizzare in una creazione sonora organizzata ovvero un brano musicale.

Paragoniamo i campioni sonori ai pezzi di un puzzle che rivelano il loro significato solo quando vengono uniti gli uni agli altri, a differenza di questi dove esiste una soluzione univoca, la porzione sample ha infinite possibilità di connessione, utilizzi e soluzioni creative.

 

Per creare una libreria del suono ci servono principalmente 3 elementi:

Un oggetto sonoro o uno strumento musicale, un microfono ed un supporto su cui poter memorizzare.

Sarà molto importante, dunque, il modo in cui decidiamo di approcciarci allo strumento, all’oggetto, al microfono ed al tipo di registrazione che vogliamo avere.

Ognuno di questi elementi meriterebbe un approfondimento ulteriore.

 

Una volta fissato su supporto ci sono diverse operazioni e trasformazioni che possiamo mettere in atto con un campione sonoro:

Ripeterlo da uno a più volte fino a definirlo loop, velocizzarlo, rallentarlo, invertirlo, cambiare l’altezza in frequenza (modificare il pitch),

nonché farlo interagire con degli effetti (delay, reverberi, stretch), oppure inserirlo in un campionatore o in una drum machine.

Notiamo come alcune azioni elencate non siano poi così diverse dalle tecniche utilizzate da Bach nelle sue fughe, nei canoni, oppure nella dodecafonia di Schoenberg, tutto quello che dobbiamo fare è sostituire il concetto di sample con quello di serie.

 

Tutte queste operazioni ci fanno pensare al sample come un filo che si dirige in linea retta, le trasformazioni elencate fanno parte di una dimensione che possiamo definire monodica.

Le altre dimensioni in cui il campione può essere parte attiva sono la dimensione ritmica,

immaginiamo il grande lavoro che un campione può svolgere in un campionatore o una drum machine.

Da non sottovalutare la dimensione verticale della musica, che può essere intesa come una colonna di samples.

Se utilizziamo dei campioni con una frequenza fissa, possiamo ricreare accordi , sviluppi armonici ed ovviamente impasti timbrici.

Di fondamentale utilizzo creativo sono i campioni di lunga durata, molto duttili nella creazione di tessiture che possono andare dalla musica noise a quella più armoniosa e consonante.

 

Una buona pratica

Mantenere un certo ordine all’interno dell’archivio di samples può aiutare molto nei momenti di blocco creativo; spostare, rimodulare e soprattutto ascoltare ripetutamente i suoni sarà sempre una fonte di ispirazione.

Il consiglio è quello di pensare all’archivio sonoro, formato dalle varie librerie, come un qualcosa di vivo ed in eterna trasformazione.

Immaginare, spostare, provare, alla continua ricerca di un nuovo ordine di questi piccoli blocchi sonori, una volta conservati una buona quantità di samples, ricercare delle possibili soluzioni creative sarà un divertimento.

 

 

 

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Remo De Vico 

Composer and Sound Designer

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